E' di ieri la notizia che un gruppo di neuroscienziati dell'università di Tel Aviv è riuscito a sostituire il cervelletto di un topo con una neuroprotesi. Il cervelletto è una regione cerebrale coinvolta nel controllo e nell'apprendimento motorio che gioca anche un ruolo importante nella regolazione delle emozioni e, negli esseri umani, del linguaggio.Il dispositivo elettronico è stato progettato per registrare tramite elettrodi gli imput di attività neurale in arrivo alla regione cerebrale ed elaborarli in modo analogo a come vengono elaborati da un cervelletto biologico per poi ritrasmetterli di nuovo al cervello del topo.
Per testare il funzionamento dell'impianto neurale gli scienziati lo hanno collegato al cervello dell'animale, posto sotto anestesia, dopo aver "disattivato" il cervelletto. A questo punto è stato possibile mostrare che attivando il dispositivo era possibile far apprendere al topo addormentato un "riflesso motorio" (incoraggiandolo ripetutamente a sbattere le palpebre all'udire di un suono usando un soffio d'aria sull'occhio) proprio come avviene nei topi con un cervelletto sano. A dispositivo disconnesso invece, il topo non era in grado di apprendere il riflesso.
Adesso ricercatori vogliono adesso testare il chip su animani più grandi e in stato di veglia in modo da poter far apprendere loro sequenze di movimenti più complessi.
L'obbiettivo a lungo termine di queste ricerche è quello di sviluppare circuiti elettronici che siano in grado di imitare accuratamente il funzionamento di aree cerebrali sempre più estese e complesse con lo scopo sostituire parti di cervello di pazienti con danni cerebrali o di migliorare specifiche funzioni in soggetti sani.
Nel giugno di quest'anno ricercatori della University of Southern California e della Wake Forest University erano già riusciti in un impresa simile riuscendo a sostituire due aree dell'ippocampo di topi con una neuroprotesi dimostrando come: "disponendo di sufficienti informazioni circa la codifica neurale della memoria, una protesi neurale in grado di identificare e manipolare in tempo reale il processo di codifica può ripristinare e anche migliorare i processi mnemonici e cognitivi".
Il susseguirsi di risultati di questo tipo si inserisce nella tendenza delineata dal neuroscienziato e bioingegnere dell'MIT Ed Boyden in un suo discorso all'emTech 2010: "stiamo entrando in un rinascimento neurotecnologico nel quale gli strumenti a disposizione per comprendere e reingegerizzare il cervello e le sue funzioni si stanno espandendo sia in ampiezza che in profondità ad una velocità senza precedenti".
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