giovedì 10 novembre 2011

Marte, prossima frontiera?

Si è conclusa in questi giorni la simulazione di una missione spaziale su Marte: "Mars 500". Per 520 giorni i sei astronauti Alexei Sitev, Sukhrob Kamolov, Alexander Smoleevsky, Romain Charles, Wang Yue e l'italo-colombiano Diego Urbina, sono stati chiusi, all’interno del Russian Institute for Biomedical Problems di Mosca, in una struttura di isolamento che simulava col massimo realismo possibile l'interno di una navicella spaziale in viaggio verso marte.

Quella che si è conclusa questo 4 novembre è stata una vera e propria "prova generale" di un viaggio di andata e ritorno verso il pianeta rosso, necessaria per testare le reazioni psicologiche e fisiologiche degli astronauti ad un periodo di isolamento così lungo.
I membri dell'equipaggio, per questo motivo, sono stati sottoposti a moltissime ore di esperimenti: i loro cervelli sono stati monitorati e i loro organismi tenuti sotto controllo, sono stati registrati i valori di stress, dei livelli ormonali, le risposte del sistema immunitario, la qualità del sonno e il tono del loro umore.

Anche se gli scienziati impiegheranno circa un anno per analizzare i dati ottenuti e pianificare ulteriori esperimenti si può già dire che il progetto sia stato un successo. Patrik Sundblad, specialista ESA in Scienze della vita ha dichiarato:“l’equipaggio può sopravvivere all’isolamento inevitabile che richiede una missione di andata e ritorno su Marte. Psicologicamente si può fare”.

Ma quali sono le prospettive di realizzazione di un viaggio con equipaggio umano verso marte in un prossimo futuro?

La NASA, sotto l'amministrazione Obama, ha rivolto la sua attenzione altrove, verso una possibile missione su un asteroide verso il 2025. Di una missione americana alla volta del pianeta rosso, almeno per il momento, non se ne parla quindi fino a dopo il 2030. Anche l'ESA con il suo "Programma Aurora" pone come data per una missione umana su marte il 2030. Anche per le altre agenzie spaziali e per le potenze emergenti in campo spaziale come l'India ma soprattutto la Cina una missione di questo tipo è ancora lontana.
Dai privati, che negli Stati Uniti stanno rivoluzionando la scena del volo spaziale, sembra arrivare qualche speranza in più. Vanno in questo senso recenti dichiarazioni di Elon Musk, fondatore di SpaceX.
E Tuttavia forse è ancora troppo presto per dire se tutte le aspettative in proposito riusciranno a concretizzarsi nel modo sperato.

Una affascinante proposta di missione umana verso Marte è "Mars Direct". Questo progetto di missione è stato elaborato da Robert Zubrin, ingegnere areospaziale e scrittore americano, grande sostenitore della colonizzazione umana su marte, che l'ha esposta estesamente nel libro "The Case for Mars". Il principale punto di forza di "Mars Direct" è di essere stata pensata come una missione efficiente dal punto di vista dei costi e realizzabile in un tempo relativamente breve utilizzando esclusivamente tecnologie già in uso.
Per promuovere l'obiettivo dell'esplorazione e dell'insediamento umano sul pianeta rosso Zubrin ha fondato la "Mars Society" (che possiede anche un capitolo italiano di cui linko il sito).
In futuro vorrei dedicare altri post a questi argomenti. Per ora vi voglio lasciarvi con un bel video artistico che illustra visivamente le fasi di un primo viaggio verso Marte realizzato secondo lo schema di MarsDirect.

Nella prima parte del video vediamo la partenza e l'atterraggio della "navicella di rientro" senza equipaggio a bordo che precede il viaggio degli astronauti vero e proprio. Subito dopo l'arrivo su Marte di questa prima navicella, grazie a rover robotizzati, vengono ricaricati i serbatoi del modulo di rientro utilizzando le risorse presenti sul suolo marziano e viene piazzato un radiofaro per guidare l'atterraggio della seconda navicella. In seguito il video mostra proprio il viaggio di quest'ultima che, con gli astronauti a bordo, viene messa in rotazione per simulare la gravità lungo il tragitto tra Marte e la Terra.
Dopo il lancio di un secondo modulo di rientro da utilizzare in caso di malfunzionamento del primo o, nel caso tutto vada secondo i piani, per una seconda missione, viene mostrato lo storico momento in cui, per la prima volta un portellone si apre schiudendo alla vista di un astronauta umano il paesaggio del pianeta rosso.
Per chi fosse interessato ad approfondire questi argomenti consiglio la visione dell'interessante documentario (in inglese) "The Mars Underground" disponibile su YouTube in 6 parti di cui linko la prima.

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