domenica 2 ottobre 2011

I neutrini di Majorana

Dopo il clamoroso annuncio da parte dei ricercatori dell'esperimento OPERA riguardo all'osservazione di neutrini più veloci della luce la comunità scientifica, oltre ad attivarsi per confermare o smentire il risultato, si sta interrogando sulle possibili spiegazioni di un simile fenomeno. In un articolo recentemente pubblicato sul sito arxiv.org i fisici dell' università di Padova Fabrizio Tamburini e Marco Laveder affermano che la possibilità un comportamento "superluminale" da parte dei neutrini fosse già stata ipotizzata nel passato, e non qualche anno fa ma addirittura nel 1932. Rileggendo gli appunti scritti quasi ottanta anni fa dal geniale Ettore Majorana i due si sono convinti che la sua teoria sulle particelle elementari dia delle predizioni in ottimo accordo con i risultati dell’esperimento OPERA. Majorana, ipotizzava infatti che, in particolari condizioni, le particelle elementari possano assumere una massa ‘immaginaria’(cioè descritta da un numero immaginario). Questa insolita proprietà potrebbe liberare le particelle dai limiti imposti della Relatività di Einstein permettendo loro di viaggiare più veloci della luce pur rispettandone le equazioni.
In particolare i neutrini potrebbero diventare "tachionici", cioè viaggiare a velocità superiore a quella della luce se costretti ad attraversare un materiale molto denso. Questo è proprio ciò che è avvenuto ai neutrini dell'esperimento OPERA che, sparati dal CERN verso i laboratori nazionali del Gran Sasso hanno attraversato ben 730 Km di roccia prima di interagire con il rivelatore.
Questa teoria appare ancora più promettente se si pensa che si accorda perfettamente con gli altri dati già noti riguardo alla velocità dei neutrini. Infatti altri indizi, seppur meno significativi dal punto di vista statistico, di neutrini viaggianti a velocità superluminali erano già stati raccolti dall'esperimento americano MINOS anche nel quale questi dovevano attraversare un lungo tratto di sottosuolo. Anche il fatto che con la comparsa di supernovae si registri un aumento del flusso di neutrini, evidenza sperimentale in contrasto con il fatto che i neutrini viaggino "sempre" più veloci della luce, concorda con la teoria di Majorana secondo la quale nel vuoto spaziale, in condizione di bassissima densità, i neutrini non dovrebbero diventare tachionici.
Se tutto ciò fosse confermato la validazione di questa previsione si aggiungerebbe alla già lunga lista di successi di questo grande scienziato italiano scomparso nel nulla 80 anni fa.

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