Il post precedente in cui si è parlato del "principio di autorità" mi dà l'occasione per fare una piccola riflessione su un termine che sta diventando sempre più di uso comune, anche grazie a trasmissioni di dubbia qualità come "Voyager" o "Mistero": scienza ufficiale.
Questo è un termine che, a mio pare, porta con sé tutta una serie di pesanti fraintendimenti sulla natura stessa della scienza.
Tanto per cominciare la scienza non è tanto un corpus di conoscenze, è piuttosto un "metodo", un modo di ragionare. Credo che la stragrande maggioranza degli scienziati concorderebbero con me nel dire che una affermazione sul mondo ha "validità scientifica" quando chiunque, basandosi sulla sola logica e sulla accettazione dei "fatti sperimentali" evidenti a tutti concorderebbe con essa.
Questo, mettendo da parte, almeno momentaneamente, ogni altra credenza sul mondo che non soddisfi questi stessi criteri di "universalità".
Il corpus delle conoscenze scientifiche, inoltre, è tutto tranne che statico, ogni teoria è valida fino a che non entra in contrasto con nuove evidenze sperimentali. In questo caso la teoria deve essere riformulata in modo da dare conto di tutti i fenomeni osservati nel suo campo di validità.
Sono questi i motivi per cui la scienza è qualcosa di intrinsecamente democratico, laico e antidogmatico; non esiste, come vorrebbero i complottisti, una sorta di "setta" o società segreta chiamata "scienza ufficiale" che decreta ciò che è scienza o ciò che non lo è. Infatti il confine tra scienza e "non-scienza" è spesso sfumato, all'interno della comunità scientifica devono trovare spazio le opinioni più opposte e le congetture più ardite fino a che queste soddisfano il "criterio di scientificità" delineato più sopra.
Non bisogna confondere scetticismo e spirito critico con conservatorismo, i buoni scienziati non temono i dati in contrasto con le teorie scientifiche al momento più accettate, anzi, li cercano in continuazione per poter formulare teorie che descrivano sempre meglio il mondo in cui viviamo.
Bisogna però sempre essere diffidenti nei confronti di nuovi dati. Affinché il discorso scientifico possa svilupparsi su fondamenta solide tutte le nuove evidenze devono essere valutate criticamente prima di essere accettate.
A questo proposito mi viene da citare Carl Sagan con il video qua sotto (premere sul pulsantino cc per visualizzare i sottotitoli):
"affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie"
Quanto detto non significa certo che la comunità scientifica e gli scienziati siano sempre immuni a distorsioni e dinamiche sociali "patologiche" che "inceppano" il meccanismo di corretto funzionamento dell'impresa scientifica. A questo proposito, per approfondire, consiglio vivamente la lettura del bellissimo saggio di Lee Smolin "L'universo senza stringhe" che oltre ad essere un interessante testo di divulgazione di fisica teorica è anche un ottimo saggio di sociologia della scienza.
Ma le performances della scienza ufficiale giungono anche a questo:
RispondiEliminahttp://altrogiornale.org/request.php?46
Ciao.
Leonardo Rubino.